Škoda, nuova vita per la 1100 OHC Coupé.

Valerio Antonini ·

Škoda celebra nel 2022 i 120 anni dalla sua nascita, che affonda le proprie radici nelle corse e precisamente nel marchio di moto Laurin&Klement, che agli albori del XX secolo debuttò nelle capitali europee della Belle Epoque, Parigi e Vienna. Per festeggiare la ricorrenza, il costruttore di Plzen ha ricostruito un vero pezzo da almanacco, la 1100 OHC Coupé, realizzata in soli due esemplari nel 1959 e nel 1960. Le vetture vennero sviluppate nell’ambito del progetto 968 per partecipare alle gare di endurance dell’epoca, ma successivamente andarono entrambe distrutte.  

Lavoro certosino

Il team del centro prototipi Škoda ha scansionato delle fotografie storiche in scala 1:1 per ricreare un modello tridimensionale il più fedele possibile all’originale, ricondizionando l'unico motore del tempo superstite e rigenerando il telaio con metodi di assemblaggio tradizionali. Le forme di ogni singolo elemento sono state studiate scrupolosamente prima di creare dei modelli in miniatura per gli ultimi aggiustamenti. La carrozzeria è stata realizzata con fogli di alluminio - spessi da 0.8 a 1 millimetro - saldati manualmente.  

Le due 1100 OHC Coupé erano alimentate da un motore 4 cilindri in linea aspirato (abbinato a un cambio manuale a 5 rapporti) con cilindro in alluminio derivato dall’utilitaria 440 e potenziato per arrivare a oltre 90 cavalli (dai 40 di partenza). Per farlo aveva due carburatori, camere di combustione ottimizzate, un miglior rapporto di compressione, doppia accensione a dinamo della Bosch, magneti Scintilla Vertex. Le coupé sfruttavano un telaio a traliccio leggero ma rigido, saldato con tubi sottili. Le sospensioni anteriori erano formate da due bracci triangolari disposti uno sopra l'altro, quelle anteriori prevedevano un asse con bracci invece oscillanti. Il peso era distribuito in modo da rendere le auto più maneggevoli rispetto alle Sport e Supersport degli anni ’40. Le biposto con carrozzeria in alluminio e un peso a vuoto di soli 555 chilogrammi potevano raggiungere una velocità massima di circa 200 chilometri orari.  

Originariamente, entrambe le coupé erano in tinta anodizzata. In realtà in pista le vetture non beneficiarono del trattamento, così nel 1962 furono verniciate di rosso. La carriera delle due Škoda 1100 OHC coupé terminò proprio quell’anno, a causa delle modifiche ai regolamenti tecnici arrivate al termine della stagione.

Ritorno a casa 

Così le auto furono vendute a due piloti di team privati che però non ne fecero il miglior uso: andarono distrutte in altrettanti incidenti. Il proprietario della prima, i cui componenti sopravvissuti sono stati utilizzati per la ricostruzione, sostituì il motore con una quattro cilindri derivato da una Felicia. Il propulsore originale è rimasto in esposizione nell’istituto scolastico professionale di Mladá Boleslav.

La seconda 1100 OHC Coupé prese fuoco e la carrozzeria ne uscì irrimediabilmente danneggiata. L’asse posteriore smontato è stato custodito per quasi mezzo secolo dal Museo Nazionale della Tecnica di Praga, prima di tornare a casa allo “Škoda Muzeum”.

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