Suda SA01: elettrica cinese, economica e insicura.

Paolo Borgognone ·

Un’elettrica da poco più di 10mila euro (10.390 euro grazie anche agli incentivi statali): un affare direbbero molti ma che può nascondere delle insidie. E’ il caso – secondo l’Adac, l’automobile club di Germania – della Suda SA01, una berlina a batteria cinese che dalla fine del 2020 è disponibile sul mercato tedesco. 

Peccato che l’auto - la prima esportata in Europa dal costruttore cinese nato nel 2011 e finanziato dal governo locale della provincia di Henan - sia stata trovata in commercio priva delle più elementari dotazioni di sicurezza: non dispone di airbag o Esc, per non parlare di sistemi di sicurezza come l’Abs o assistenza per il mantenimento della corsia. Il veicolo è stato sdoganato per la vendita nell'Unione europea sulla base di una regola che consente la commercializzazione di auto prodotte in numero molto limitato anche in assenza dei consueti test di omologazione.

Crash test disastroso

Seguendo parametri simili a quelli utilizzati dal protocollo europeo dei crash test euro NCAP, l’Adac ha sottoposto la Suda SA01 a una serie di prove d’urto che hanno dato esiti sconcertanti. Come ha scritto la stessa organizzazione di Monaco di Baviera in un suo comunicato, "mancano totalmente le dotazioni di sicurezza passive e in un frontale a 64 chilometri all’ora la testa e il petto del manichino del conducente si sono schiantati contro il volante, un incidente che nella vita reale avrebbe provocato lesioni gravissime. Il manichino del passeggero del sedile anteriore ha sbattuto violentemente con il ginocchio e la coscia contro i componenti sotto il cruscotto, anche qui con rischio di infortuni pesanti. Il crash test ha evidenziato i rischi connessi alla mancanza di airbag per chi guida e il passeggero anteriore, nonché di pretensionatori per le cinture di sicurezza".

L'incidente ha danneggiato il veicolo a tal punto che la porta dal lato del conducente non si è aperta. Inoltre, la Suda - rilevano i tecnici tedeschi - "non ha dispositivi di protezione che consentano ai soccorritori di tagliare la corrente dal sistema ad alta tensione dell'auto. In uno scenario di incidente reale questo avrebbe significato tempo prezioso perso nel salvataggio degli occupanti dell'auto e il rischio di folgorazione".

Guai anche in strada

Oltre ai risultati negativi dei crash test, l’Adac ha considerato criticamente anche il comportamento stradale della Suda. Nella prova di evitamento degli ostacoli, il veicolo – privo di Esc - ha iniziato a perdere il controllo a poco più di 70 all’ora: le auto che hanno il sistema in dotazione effettuano il test a velocità superiori ai 90 orari senza problemi.

Ulteriori complicazioni vengono da uno sterzo che "non restituisce al guidatore nessuna sensazione della strada e un impianto frenante inadeguato (42 metri per arrestarsi a 100 chilometri orari)". Riferiti anche difetti di fabbricazione, come problemi nella verniciatura.

Dal punto di  vista della ricarica, per i tecnici tedeschi la Suda SA01 è molto indietro rispetto allo stato dell'arte "anche per un prodotto a basso prezzo". La batteria da 40 chilowattora è sufficiente a garantire un'autonomia di circa 200 chilometri con tempi molto lunghi per la ricarica. Inoltre si sono spesso manifestati problemi di connessione con le colonnine, rendendo impossibile fare il pieno di energia.

Aspetti positivi

I tester Adac hanno riscontrato anche alcune caratteristiche positive, che tuttavia non sono state sufficienti a convincerli a una valutazione generale più indulgente. La Suda SA01 è abbastanza spaziosa sia per gli occupanti che per i bagagli. Il display di infotainment centrale nella console centrale è reattivo, il gruppo strumenti, incluso il tachimetro, facile da leggere. Generalmente, il veicolo è maneggevole e il motore elettrico accelera bene. 

Il club tedesco si è detto comunque molto "critico nei confronti del costruttore per essere ricorso alla omologazione semplificata per le piccole serie prevista dalla normativa europea per introdurre sul mercato un veicolo che presenta gravi carenze in termini di sicurezza attiva e passiva" e ritiene che, in ultima istanza, il legislatore debba essere chiamato a chiudere questa scappatoia legale, modificando la procedura di omologazione.

L'Adac considera inoltre l'applicazione dell'incentivo governativo destinato alle auto elettriche a un veicolo che offre un cosi scarso livello di sicurezza come piuttosto inopportuno.

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