Manca poco ormai alla presentazione della sesta generazione del Ford Bronco e gli appassionati americani non stanno più nella pelle, anche grazie all’abilità della Casa nell’evitare fughe di immagini. Pochi veicoli hanno attirato così tanto la curiosità del pubblico, come dimostra la grande quantità di render che circolano sul web.
Nata per contrastare la Jeep CJ
Il Bronco vide la luce nel 1966 come primo fuoristrada compatto realizzato da Ford. Concepito per competere con le Jeep CJ, si trattava di una vettura piuttosto semplice e spartana. Il telaio era a longheroni, su cui veniva imbullonato il corpo carrozzeria. La trazione era integrale e la trasmissione poteva essere automatica o manuale, in entrambi i casi a tre marce. Due i motori a benzina disponibili - un sei cilindri in linea 2.8 e un 4.7 V8 - e tre le tipologie di carrozzeria: station wagon a tre porte, pick-up e roadster, con tetto asportabile.
Inizialmente il Bronco ebbe un buon riscontro in termini di vendite, ma dovette presto fare i conti con l’arrivo della Chevrolet Blazer, più grande, potente e meglio rifinita. Ford reagì prima aumentando le cilindrate dei propulsori (rispettivamente a 3.3 e 4.9 litri) e poi introducendo la seconda generazione di Bronco.
Auto per l'avventura e il tempo libero
L’auto divenne più spaziosa (non era più un fuoristrada compatto ma si inseriva nel segmento dei full-size) ed era basata sul telaio del pick up F-100. Rimasero il carattere di vettura pensata per i terreni impervi e la carrozzeria a tre porte (unica disponibile, che diventerà un segno distintivo di questo modello). In totale, fino al 1996, uscirono dallo stabilimento di Wayne - Michigan - 5 generazioni di Bronco, ciascuna delle quali incontrò i favori del pubblico. Negli anni Ford riuscì a dare alla vettura un’identità precisa: come i pick up della serie F erano i mezzi da lavoro per eccellenza, il Bronco divenne simbolo di evasione e tempo libero.
La ricetta è sempre la stessa
Dopo un digiuno durato 24 anni, i fan del modello stanno per assistere al ritorno del loro beniamino. I collaudi del nuovo Bronco sono ormai agli sgoccioli, come dimostra il video diffuso qualche settimana fa da Ford in cui la vettura - con pesanti "camuffature" – affronta gli insidiosi tracciati del deserto del Mojave, nella Johnson Valley. Ancora più sorprendente è il fatto che questa vettura sembra essere rimasta fedele alla ricetta originale: il Bronco dovrebbe avere un telaio a longheroni separato dalla carrozzeria, sospensioni posteriori a ponte rigido e trazione integrale permanente. Sotto al cofano ci saranno gli stessi motori a benzina del pick up Ranger, cioè un 4 cilindri 2.3 turbo da 270 cavalli e un V6 2.7 turbo da 325 cavalli.
Una scheda tecnica del genere dimostra che nel 2020 è ancora possibile costruire una 4x4 che non sia un suv o una crossover. Il nuovo Bronco sarà un fuoristrada in tutto e per tutto, e a farlo capire è il tenore delle vetture con cui aspira a confrontarsi: le eterne Mercedes-Benz Classe G e Jeep Wrangler, ma anche la nuova Land Rover Defender. La vettura dovrebbe essere declinata inizialmente in versione 3 e 5 porte e successivamente anche con carrozzeria pick up e il lancio dovrebbe avvenire in occasione del New York Auto Show ad aprile. Purtroppo, al momento sono poche le possibilità che la vettura possa sbarcare anche sul mercato europeo.
I due spiriti liberi di Ford
Per Ford il Bronco e la Mustang, la famosa coupé sportiva, appartengono alla ‘stessa razza’. Con ciò non vogliamo riferirci ad una parentela tecnica tra le due vetture, completamente diverse per tipologia e destinazione – ma ad un’affinità di immagine. Oltreoceano Mustang e Bronco sono i due modelli più popolari della Casa di Detroit, quelli maggiormente radicati nella cultura americana e che esprimono al meglio il volto selvaggio e assetato di libertà degli States.
E non è un caso che ad accomunarli ci siano nomi che rimandano alle sterminate praterie del far west (il termine Bronco indica un cavallo non domato, Mustang una razza equina). Inoltre, le due auto condividono gli stessi padri illustri: il product manager Donald Nelson Frey che concepì entrambe le vetture e Lee Iacocca, presidente della Ford Division, che diede loro l’ok definitivo.