New York – Non si può parlare delle auto prodotte dalla Tesla partendo dalle parole e dai parametri con i quali siamo abituati a misurare le altre vetture. Dimensioni, propulsore, prestazioni sono sì importanti, anzi sono un fiore all'occhiello di una casa che è partita a razzo conquistando sin dal debutto i vertici delle classifiche di sicurezza, qualità costruttiva e affidabilità. Ma alle loro spalle quello che conta di più per Elon Musk è il progetto di mobilità che le vetture che escono dalla sua fabbrica esprimono. L'imprenditore nato in Sud Africa e californiano d'adozione, vede un mondo nel quale il petrolio scomparirà come fonte di alimentazione delle auto, prima di tutto perché insostenibile per la sopravvivenza umana sulla terra, ma anche perché sarà superato da motori elettrici ad alta prestazione, e da batterie leggere e capaci di lunghissima autonomia. Che la tecnologia finora non lo abbia assistito a pieno in questa seconda qualità dell’auto elettrica è per lui un fatto secondario, destinato a sparire nell'orizzonte temporale verso il quale sta lavorando.
Un orizzonte che guarda più alla fantascienza che alla realtà odierna, e a un tempo nel quale l’uomo vivrà nello spazio oltre che sul nostro pianeta. In questa visione utopica Musk ha fatto debuttare finora tre modelli di Tesla: la roadster, la Model S e la Model X, e si appresta a fare un enorme salto in avanti con la Model 3. La prima è stato un guanto di sfida lanciato nel mondo conservatore dei costruttori d’auto. Un marchio nuovo di zecca ha ripreso in mano un progetto tentato e fallito dalla Gm negli anni ’90 con la EV1, e ne ha fatto un successo immediato, mettendo nelle mani di pochi e ricchi pionieri (109.000 dollari il prezzo negli Usa) un bolide di accelerazione e un mostro nella tenuta di strada. La Model S ha segnato l’evoluzione di questo miracolo nella forma di una berlina di lusso, con un disegno di altissima raffinatezza ed eleganza, coefficiente di attrito di 0,24, un rotore in rame capace di accelerare 0 a 100 in 4,2 secondi e più aperta al successo commerciale: 100.000 unità in quattro anni di vita fino allo scorso dicembre, non poche per un auto da 76.000 dollari che non percorre più di 360 km con un pieno di elettricità (nella versione base perché salendo di prezzo l'autonomia cresce fino a oltre 400 km).
Le novità non si fermano qui. La Tesla si è rifiutata di distribuire tramite una rete di concessionarie e ha aperto solo showroom preziose quanto gli indirizzi che ha scelto per ospitarle. L’ordine di vendita è raccolta direttamente dalla fabbrica (una in California, una in Norvegia) che esegue l’ordine e fa partire la consegna.
Quando la Model S è stata fornita di una trazione integrale lo scorso anno sapevamo già che anticipava il prossimo debutto della Model X, l’evoluzione in forma di SUV del precedente modello. In realtà le due vetture hanno più parti in comune di quanto siano diverse tra loro, a parte il volume maggiorato degli interni e i portelloni posteriori a coda di rondine che non tutti gradiscono. Difficile invece è dissentire di fronte ai 700 cavalli e al pacchetto di sicurezza (frenata di emergenza automatica, allerta per urto laterale attiva a qualsiasi velocità, modalità di difesa contro inquinamento o armi biologiche atmosferico) che sono state inserite per il corrispettivo di 132.000 dollari.