New York – Sessantotto anni di vita, tredici generazioni e trentadue anni consecutivi al vertice della popolarità e delle vendite. Difficile trovare un'altra storia così nel mondo dell'auto. Eppure gli americani amano il pickup Ford F150 ancor più di quanto possano raccontare le cifre. Lo hanno ereditato dai nonni sotto la paglia del vecchio fienile quando era un umile attrezzo da trasporto agricolo, e lo hanno visto trasformarsi nell'ultimo decennio nella "Cadillac dei moderni Cowboy", al top della linea del segmento del lusso. Il pickup fu il terzo veicolo ad uscire dall'officina Ford nel 1903, prima ancora che la casa si incorporasse. Henry fu costretto a mettere in commercio una vettura modificata con il piano di carico scoperto perché aveva visto che una buona parte degli acquirenti della Model T facevano esattamente questo: esponevano il vano posteriore sul quale piantavano poi delle tavole allineate per farlo diventare un carro. Si pensò che fosse un momento di transizione naturale tra il Chattanooga, il wagon che aveva portato i pionieri verso il west nella rischiosa attraversata dell’Oregon Trail, e la moderna automobile che stava prendendo forma sulle due sponde dell’Atlantico. Invece il segmento prosperò per decenni, anche se con poca visibilità nelle concessionarie dominate dalla presenza delle auto tradizionali. La posizione di subalternità fu ribaltata dal Ford F 150 fin dal primo debutto nel 1948. Il pickup da allora e per i successivi 40 anni, è stato il simbolo dello sforzo di riconversione industriale che portò l’America sul tetto del mondo, poi dello stile di vita di una popolazione nomade, pronta a reinventare la propria identità giorno per giorno. Poi arrivarono gli anni ’80. La crisi del petrolio del decennio passato e l’arrivo dal Giappone delle piccole ed efficienti berline Honda e Toyota, iniziarono a comprimere i volumi. Contrazione durata una manciata di mesi: le nuove leggi restrittive su consumi ed emissioni risparmiarono pickup e fuoristrada e la F 150 riprese a correre. Un pubblico sempre più ampio cominciò ad abbracciarli con entusiasmo pur di non essere costretti ad abbandonare i propulsori da 3,5 e da 5 litri che avevano sotto il cofano e che le berline non potevano più permettersi. Di pari passo la cabina di guida del Ford 150 cominciò ad allargarsi ed arricchirsi di comfort mai visti prima: dalla seconda fila di sedili ad una plancia di raffinato stile automobilistico. Per tutti gli anni ’90 e oltre la fine del secolo il "King of the Road" ha dominato il mercato con vendite sopra e sotto l’assicella delle 900.000 unità l’anno, e gli operai che li costruivano al ritmo di tre turni di lavoro portavano a casa paghe di oltre 100.000 dollari l’ anche se ancora oggi i tre pickup delle case americane: F 150, Chevy Silverado e Dodge Ram continuano a guidare nell'ordine la classifica delle vendite, seguiti a debita distanza da berline come Camry e Corolla. Negli ultimi 8 anni il "King" ha subito l'ennesima trasformazione: è oggi uno dei punti di riferimento del settore lusso. La versione base XL è in vendita al prezzo di 28.000 dollari, in linea con la media delle vetture in circolazione negli Usa, ma al polo opposto la Limited, con radica di noce sulla plancia e pelle Mojave sui sedili ne costa quasi 60.000, e le preferenze dei clienti del marchio vanno sempre più nella anno. L’arrivo dei nuovi crossover ha ridotto un po’ tale dominio, direzione di allestimenti di fascia alta come il Lariat, il Platinum e il King Ranch, tutti posizionati oltre i 40.000 dollari di valore, in un territorio una volta riservato a Mercedes e Bmw. L’accelerazione è stata tale che ha bruciato ogni concorrenza: mentre il resto del mercato dell’auto ha visto un incremento del valore medio dei prezzi del 20% negli ultimi sei anni, il valore del Re è salito di quasi il 50%, e oggi le vendite del pickup sono una parte sostanziale della ritrovata profittabilità dell’intero marchio Ford.
Ford F 150 da 32 anni l'auto più venduta in Usa.
Flavio Pompetti ·
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